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Farindola
…per incontrare il Camoscio d'Abruzzo
Provincia: Pescara Regione: Abruzzo | Localizza sulla mappa
Sito ufficiale: www.comune.farindola.pe.it
Descrizione e Cenni storici
Posta alle falde orientali del Gran Sasso d'Italia, Farindola sorge a 530m s.l.m. ed il suo vasto territorio di 45 kmq raggiunge la massima quota a 1892 m con la vetta del monte San Vito partendo da 280 m sul greto del fiume Tavo. Questa notevole estensione si caratterizza per la presenza di ambienti naturali diversi, quali boschi, pascoli d'alta quota, ambienti fluviali, rupestri, forestali e coltivati che favoriscono l'insediamento di una notevole varietà di specie faunistiche e floristiche. La ricca biodiversità e la presenza di ambienti d'inestimabile valore, hanno fatto nascere l'esigenza di tutelare e valorizzare il territorio.
La sua posizione arroccata su di un colle, le porte d'ingresso, i percorsi tra le case con gli antichi forni, le caratteristiche scalette che attraversano il suo centro storico, testimoniano l'origine medievale di questo centro rurale. Un piacevole ritratto di questo centro rurale ci è stato lasciato, nella seconda metà del XVI secolo, dal sacerdote domenicano Serafino Razzi, che addirittura fa risalire le origini del nome alle numerose fiere presenti nei boschi così scrivendo: "… Farinola terra di circa 220 fuochi vogliono che deve dirsi Ferinola dalle fiere che abbondano attorno a lei nelle vicine selve come porci, cinghiali, lupi et orsi. Tiene questa terra per insegna un core d'orso. Dicesi che in lei sono tre scuole: nella prima s'impara di fare alla lotta, nella seconda di suonare il corno e nella terza s'impara il modo di affrontare l'orso. Gli esercizi loro, oltre alla coltivazione delle proprie terre e campi, sono di lavorare madie et arche et altre si fatte cose avendo dalle vicine selve copie di faggi et altre sorte di legnami come aceri e simili". Da questa descrizione si capisce come i farindolesi, popolo di artigiani dedito all'agricoltura e alla pastorizia, nel corso dei secoli abbiano utilizzato il territorio e le sue risorse per il sostentamento quotidiano senza alterare gli equilibri naturali di questi ambienti di inestimabile valore che si sono conservati fino ai giorni nostri meritando l'attenzione, la tutela e la valorizzazione del Parco Nazionale. Ma le origine del suo nome risalgono al toponimo longobardo "fara" il quale sta ad indicare un raggruppamento di più persone. Farindola seguì sempre le vicende comuni alla zona i cui si trova: invasione e conquista di popoli venuti da fuori, inclusione nella Diocesi di Penne prima, e di Penne-Atri Dopo, e così via di seguito. Durante il Rinascimento si trovò al centro della lotte fra la città de L'Aquila e di Penne, che ne reclamavano il possesso; ci sono, al proposito, documenti perfino dei Re di Napoli. Essendo un Castello di Penne, nel Cinquecento acquistò una certa notorietà, in quanto con concessione di Carlo V entrò a far parte dei possessi di Margarita d'Austria, figlia del suddetto Imperatore. Margarita ne fu proprietaria dal 1539 fino alla sua morte nel 1586. Penne e i suoi Castelli, Farindola e Montebello, passarono quindi ai successori, i Duchi Farnese di Parma e Piacenza, i quali ne ebbero il dominio fino al 1731, cioè fino a quando la Casata non si estinse. In seguito alla morte del Duca Antonio Farnese, lo Stato Farnesiano d'Abruzzo finì nelle mani del Re di Napoli.
A Farindola l'Ente Parco è presente con una sede, il Polo Scientifico del Parco.
- Abitanti: 1622
- Altitudine: 530 metri slm
Emergenze Storico-culturali
Chiesa madre di San Nicola - ricostruita negli anni '20 su un precedente edificio datato 1080, presenta un portale in pietra lavorata e al suo interno, a navata unica, semplice e regolare, è possibile ammirare una statua lignea di Sant'Antonio. Nel piazzale antistante vi è un monumento in ricordo degli emigranti farindolesi deceduti nella tragedia di Marcinelle nel 1956.
Palazzo Farnese - antica residenza delle autorità farnesiane, oggi abitazione privata, in cui è ben visibile lo splendido salone con l'affresco del "Giudizio di Salomone" e, ai quattro angoli della volta, le raffigurazioni classiche delle virtù cardinali, la Giustizia con la bilancia, la Fortezza accanto alla colonna, la Prudenza con lo specchio e la Temperanza intenta a versare acqua.
Chiesetta di San Cesidio - custodisce una tela raffigurante la Vergine e San Leonardo e molte statue, sia di legno sia di terracotta policromi.
Fonte Grande - munita di lavatoi comunali.
Visitare
La Grotta del Geotritone - Nella Valle d'Angri in prossimità della Cascata del Vitello d'Oro si trova la Grotta del Geotritone Italiano (Speleomantes italicus), una cavità scavata nella roccia che è stata rinaturallizzata per favorire l'insediamento e la riproduzione di questo piccolo anfibio. La popolazione di Geotritone italico risente delle minime alterazioni del suo habitat naturale, infatti l'inquinamento e la distruzione dei siti di riproduzione sono una seria minaccia per la loro sopravvivenza.
Vai alla scheda del Geotritone italico
La fruizione della grotta attraverso visite guidate e rigorosamente a numero chiuso, sì da non arrecare disturbo e soprattutto da non alterare la temperatura della grotta. Per informazioni: 338/2665635
Museo del camoscio
Area Faunistica del Camoscio - la prima realizzata nel Parco, è stata inaugurata il 29 luglio 1992, a 100 anni dalla scomparsa dell'ultimo camoscio sul Gran Sasso. L'area è stata realizzata nei pressi della cascata del Vitello d'Oro, all'ingresso della Valle d'Angri, caratterizzata da sporgenze rocciose, pareti scoscese, forti pendenze e una ricca vegetazione adatta alla loro alimentazione. I camosci si sono puntualmente riprodotti nel corso degli anni e alcuni di essi, nell'ambito di operazioni condotte dall'Ente Parco, sono stati prelevati e liberati in natura sul Gran Sasso
La Cascata della Vitella d'oro. La leggenda narra, fin dalla notte dei tempi, che ad alcune donne intente ad attingere acqua con una conca, nei pressi della cascata, all'alba del giorno di san Giovanni, apparve una piccola vitella di colore giallo-oro, da cui il nome dato al salto d'acqua. Altri studi attestano che "la vitella è solo "sentita" nei pressi della rupe, sotto la quale s'infila, rumoreggiando, l'impetuoso torrente dal quale sembrano levarsi muggiti. Più chiaro e semplice è l'appellativo "d'oro", ipotizzandosi nel fiume, sabbie o filoni auriferi" (C. Greco). La cascata del Vitello d'Oro, captata dall'acquedotto per i consumi idrici, è presente solo in alcuni periodi dell'anno, quando le piogge e lo scioglimento della neve ricaricano le falde acquifere e la portata supera quella intubata.
Manifestazioni e Feste
- 17 gennaio - Sant'Antonio, emozionante fiaccolata notturna dal centro storico a Rigopiano organizzata dal CAI Sez. di Farindola.
- Carnevale farindolese - carri allegorici con temi d'attualità e tradizionali sfilano per tutto il territorio.
- Prima domenica di maggio - in occasione della festa della PiccolaGrandeItalia - Voler Bene all'Italia, l'Amministrazione Comunale di Farindola celebra con una festa l'arrivo dei nuovi cittadini di Farindola nati nell'anno precedente.
- 23 giugno: "Lu faone di San Giuanne" - festeggiato dal 1996 con la tradizionale rievocazione di "cùmmare e cùmpare a fiùre". Viene ricreata una splendida ed affascinante atmosfera con musica dal vivo, danze e balli, canti popolari intorno al falò e degustazione dei prodotti tipici farindolesi.
- Ultima domenica di luglio - Camminarmangiando, escursione guidata sui sentieri dell'alta valle del Tavo, organizzata dall'Associazione Culturale "ViviFarindola" per favorire la riscoperta e la valorizzazione dei luoghi e i sapori dell'alta valle del Tavo.
- Fine luglio - Pecorino&Pecorini
- Primi di agosto - Sagra "I frutti del gregge" - Pecorino di Farindola
- 8 agosto - l'Amministrazione Comunale commemora i caduti di Marcinelle.
- Agosto - Estate farindolese. Giorni e serate dedicate all'intrattenimento di cittadini e turisti con musica, teatro, cultura. Feste in onore di Sant'Antonio, Santa Maria, San Rocco, San Cesidio.
- Agosto - Festival dei Giovani: importante rassegna canora che raccoglie ogni anno sempre più appassionati anche da fuori regione.
- Ottobre - Handinaturappennino, giornata di escursione e giochi e intrattenimento organizzata dall'Anfass di Martinsicuro (TE).
- 6 dicembre - Festa patronale in onore di San Nicola di Bari.
Gastronomia
La gastronomia del territorio è legata ai genuini prodotti della terra ed alle antiche tradizioni.
Particolare attenzione meritano i seguenti prodotti tipici:
- Il Pecorino di Farindola
- Il Miele
- Gli Arrosticini
- L'Olio
- La Patata "Fiocco di neve"