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Salsiccia di Fegato Aquilana
Nei boschi delle montagne interne dell'Abruzzo, l'allevamento dei maiali ha sempre rappresentato una risorsa importante e, tradizionalmente, la macellazione veniva svolta tra dicembre e gennaio, quando il freddo facilitava la frollatura e la conservazione delle carni.
La salsiccia di fegato, detta localmente cicolana, è un insaccato storico della provincia de L'Aquila, figlio di questa lunga tradizione.
Si prepara prevalentemente con fegato, cuore e lingua di maiale e con l'aggiunta di un po' di carne magra e grasso, sempre di suino. Un'ottima soluzione per impiegare tutte le parti dell'animale e per rendere appetitose anche le frattaglie e le parti meno nobili, grazie alla sapiente speziatura.
La tradizione comprende due tipologie di salsiccia, confezionate prevalentemente da novembre ad aprile: la ricetta classica prevede il condimento delle carni con pepe, peperoncino e aglio, mentre nella salsiccia di fegato dolce si aggiunge all'impasto anche il miele, per ingentilirne il sapore. Nelle case aquilane è tradizione consumare la salsiccia dolce la mattina di Pasqua, a colazione, insieme alla pizza pasquale, a una pagnotta semidolce e alle uova sode.
Le dosi esatte della speziatura delle due salsicce sono custodite gelosamente da ogni norcino e tramandate in famiglia. L'impasto, una volta insaccato nel budello naturale, viene legato a mano: grazie a un'abile torsione al centro della salsiccia si conferisce la caratteristica forma a ferro di cavallo. Come la speziatura, anche la tecnica di legatura è frutto di saperi tramandati di padre in figlio.
Le salsicce sono mantenute in ambiente caldo per circa una settimana, in prossimità di una stufa o di un camino, e infine appese ad asciugare su una pertica per una trentina di giorni in ambiente fresco e non termocondizionato.
Nel 2015 la Salsiccia di Fegato aquilana è diventata Presidio Slow Food.
I Presìdi sostengono in tutto il mondo le piccole produzioni tradizionali a rischio di scomparsa, valorizzano territori, recuperano mestieri e tecniche di lavorazione antichi, salvano dall'estinzione razze autoctone e varietà di ortaggi e frutta.