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Il grifone

(Gyps fulvus)

Negli anni '90 il grifone, grande avvoltoio che può raggiungere un'apertura alare di m. 2,70, fu reintrodotto, insieme al Corvo Imperiale e al Cervo, dal Corpo Forestale dello Stato, nella Riserva Naturale dello Stato del Monte Velino. L'operazione può ben dirsi pienamente riuscita ed oggi la popolazione supera i cento esemplari. I grifoni, particolarmente spettacolari e facilmente osservabili, hanno gradualmente ampliato i territori che frequentano. Da qualche tempo sono osservabili con relativa facilità anche nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, dove non è difficile poter ammirare anche 10-15 individui mentre volteggiano maestosamente alla ricerca di qualche animale morto, cavallo, bovino o pecora. Si nutrono, infatti, esclusivamente di animali morti. Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga ha varato un piano di gestione di questa specie che include, tra l'altro, punti di alimentazione artificiale.
Per le grandi dimensioni, il volo maestoso e le abitudini spiccatamente sociali, in tutte le fasi della loro vita, i grifoni sono considerati al primo posto per l'attrazione che esercitano sui turisti interessati alla natura e alla fauna nell'Europa meridionale.
Il grifone nidifica su pareti rocciose, per lo più in cavità, nelle quali depone un solo uovo.

Problemi di conservazione
L'uso illegale di veleni contro cani randagi, lupi e volpi può distruggere in un colpo solo molti di esemplari, ma un pericolo ancora più grave è costituito dalle realizzazioni di centrali eoliche in zone frequentate da grifoni che vengono facilmente uccisi per collisione con le pale rotanti, localmente anche le linee elettriche possono costituire un pericolo.
Grifone
Grifone
(foto di Archivio Ente Parco)
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