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Specie animali che beneficeranno del progetto
Tra quelli elencati nell’allegato II della Direttiva Habitat
Vipera dell'Orsini - Vipera ursinii
Nel territorio del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga è presente in tutto l'altopiano di Campo Imperatore (dalla zona degli alberghi fino quasi alla zona di Castel Monte), su molti dei versanti delle cime adiacenti (Monte Portella, M. Scindarella, Monte Cristo, Monte S. Gregorio di Paganiga) e a Campo Pericoli. Recentemente è stata osservata anche sul massiccio della Laga. L'habitat di elezione di V. ursinii è costituito dalle steppe, dalle praterie cespugliate e dai pascoli montani, ove siano presenti cespugli, rocce e quanto altro possa fornire un minimo di rifugio. Nelle regioni mediterranee il suo legame con le formazioni degli arbusteti prostrati a ginepro nano (Juniperus nana) e gli affioramenti calcarei profondamente fessurati è particolarmente netta. All'interno delle singole aree le vipere sono, inoltre, divise in piccole popolazioni spesso lontane le une dalle altre, fatto che testimonia una distribuzione residuale.
Tritone crestato italiano - Triturus carnifex
Un tempo riconosciuto come razza geografica di T. cristatus, recenti studi cariologici ne hanno elevato il rango a piena specie. Si differenzia da T. cristatus, oltre che per il diverso areale di distribuzione, per le zampe anteriori proporzionalmente più lunghe, la pelle meno verrucosa, l'assenza della punteggiatura bianca sui fianchi e per la presenza di una stria vertebrale chiara, generalmente gialla, spesso presente nelle femmine. Tra i tritoni italiani è la specie che raggiunge le dimensioni maggiori. Le principali cause del declino di questa specie vanno ricercate nella progressiva riduzione degli habitat riproduttivi, in parte causata dall'impatto eccessivo sugli habitat da parte dell'agricoltura.
Camoscio appenninico - Rupicapra pyrenaica ornata
Negli anni '90 del secolo scorso, la presenza di un'unica popolazione di camoscio, assestata in un'area di esigue dimensioni all'interno del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, e soprattutto poco diversificata da un punto di vista genetico a causa della prolungata permanenza a bassa densità, esponeva questa sottospecie al rischio di estinzione in caso di drastici cambiamenti ambientali o eventi epidemici. Un programma di re-introduzione della specie è stato svolto nell'ambito di diverse iniziative e di due progetti progetti Life Natura (02NAT/IT/8538 "Conservazione di Rupicapra pyrenaica ornata nell'Appennino Centrale", 97 NAT/IT/4143 "Conservazione di Rupicapra ornata nel Gran Sasso", 09NAT/IT/000183 "Development of coordinated protection measures for Apennine Chamois (Rupicapra pyrenaica ornata)".
Attualmente la popolazione presente nel Parco viene indicata in circa 400/420 individui.