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Il paesaggio montano
Un Parco di Montagne
Le montagne sono il cuore del Parco Gran Sasso Laga.Le alte quote, in particolare, che si elevano fino a sfiorare i 3000 metri, racchiudono quella parte di natura che per geomorfologia, flora e fauna, appare alpina o quasi artica. E' qui che si trovano la gran parte degli endemismi floristici e faunistici e numerosi "relitti glaciali" (piante, insetti e animali come la vipera dell'Orsini, l'arvicola delle nevi, la rana temporaria e il tritone alpestre). Sulle aree cacuminali si concentra anche un'avifauna ben adattata, nella quale si segnalano il gracchio alpino e corallino, il picchio muraiolo, la coturnice e il fringuello alpino. Il paesaggio si presenta integro: è il regno della wilderness.
Un'eccezionale diversità biologica si riscontra nelle foreste, che ricoprono il territorio montuoso del Parco per circa la metà, con diverse tipologie boschive: leccete, quercete, cerrete, orno-ostrieti, pioppete a pioppo tremulo, castagneti e faggete. Queste ultime costituiscono le formazioni forestali più estese entro cui si sono conservate anche fitocenesi relittuali come i nuclei di abete bianco, localizzati essenzialmente sui Monti della Laga, le formazioni ad agrifoglio e tasso e le stazioni di betulla. Estese sono pure le aree pascolive, sia primarie che secondarie: sul versante meridionale del Parco le formazioni erbacee assumono la fisionomia di vere e proprie steppe in relazione alle particolari condizioni microclimatiche. Tale si presenta il paesaggio di Campo Imperatore, altipiano lungo circa venti chilometri e largo dai tre ai sette che, grazie agli sterminati pascoli di graminacee è utilizzato da sempre per l'alpeggio estivo delle mandrie e delle greggi. "Potrebbe benissimo essere Tibet", così annotava il naturalista Fosco Maraini visitandolo negli anni Trenta.
Di origine carsica è anche la conca del Voltigno, che si presenta circondata da estese faggete con alberi vetusti spesso caduti al suolo, che ricordano le foreste primordiali. La piana è ricoperta da vaste estensioni di pascoli, con presenza di doline e inghiottitoi e di ambienti umidi con torba, ben evidente nell'area che i pastori chiamano "Cespo che balla". Non distante si sviluppa il Vallone d'Angora, profondo ed ampio canyon che da Campo Imperatore scende verso Farindola.
Se i calcari e le dolomie conferisco al paesaggio del Gran Sasso un aspetto solenne e maestoso, più riposante e dolce appare quello dei Monti della Laga, costituiti di arenacee e marne che determinano suoli più acidi. Caso unico nell'Appennino, su questi monti, tra il limite del bosco e i pascoli primari è presente una vera e propria brughiera subalpina a mirtillo. La differente litologia condiziona la morfologia del complesso montuoso, le cui cime si presentano più arrotondate, con numerose valli incise e profonde.