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La Vipera dell'Orsini
(Vipera ursinii)
E' un piccolo rettile lungo fino a 50 cm che vive sulle praterie di quota del Gran Sasso. Si nutre di piccoli roditori e cavallette che uccide con il veleno.
Le sue capacità di movimento sono molto limitate e, quando attacca, riesce a muoversi soltanto di 3-4 cm ed é incapace di sollevarsi dal terreno; per fermare la penetrazione dei piccoli denti veleniferi basta una robusta scarpa da trekking; la possibilità di essere morsi é quindi remotissima ed é legata alla disattenzione. Nonostante questa scarsissima pericolosità essa é da sempre oggetto di persecuzione da parte dei tanti che non la conoscono.
La Vipera dell'Orsini é classificata dall'I.U.C.N. (International Union for Conservation of Nature) come "endangered", esattamente come il Panda Gigante, il Gorilla di Montagna e la Tigre siberiana.
Nel Parco vive quindi una vera rarità che la comunità scientifica mondiale ritiene di straordinario interesse e meritevole di tutela ai massimi livelli. A Campo Imperatore esiste la più importante popolazione mondiale di questa vipera. Dobbiamo rispettare questo piccolo rettile che non rappresenta un pericolo (prestate attenzione però a dove vi sedete), anche se un suo morso non va sottovalutato ed é bene rivolgersi immediatamente al più vicino ospedale.
Nel Parco vive anche la Vipera aspis (Vipera aspis), più grande e molto più pericolosa. Il suo ambiente è a più bassa quota, generalmente fino al limite del bosco, ma non è da escludere la sua presenza anche in ambienti dove è possibile trovare anche la Vipera dell'Orsini.
Ecologia: Si nutre di insetti soprattutto ortotteri in estate (fino a 100 al gg x individuo) ma anche di lucertole e piccoli mammiferi. Si riproduce ogni 2 anni e a volte ogni 3 con 4-6 piccoli. Può raggiungere densità di 20-30 individui per ha.
Fattori di disturbo: eccessivo carico bestiame sui pascoli (calpestio uova), modificazioni habitat (brucatura e diminuzione dei pulvini di ginepro in cui si riparano e nidificano), uccisione da parte dei pastori e fungaroli, uccisioni provocate dal traffico veicolare (soprattutto dei maschi molto più mobili delle femmine). Lo studio del 2004 di Filippi-Luiselli sottolinea la fragilità di questa popolazione dovuta ai fattori suddetti dimostrando, attraverso lo studio di due sub popolazioni, che quella di Campo Imperatore presenta uno squilibrio tra i sessi a favore delle femmine mentre, come corretto, la sex-ratio di quella di Castel del Monte è sbilanciata in favore dei maschi. Nel periodo aprile-maggio combattono per accoppiarsi con le femmine. Se i maschi diminuiscono, non combattono e la prole presenta una minore capacità adattativa, deformità, come assenza di occhi, bicefalia, malformazione delle squame ventrali, quest'ultima conseguenza di forte consanguineità. E' stato dimostrato inoltre che i quartieri di svernamento si trovano sui versanti dx orografici di Campo Imperatore, mentre i quartieri riproduttivi sulla sx orografica. Per effettuare gli spostamenti si deve obbligatoriamente traversare la strada.