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Progetto Pagliarola
Recupero e valorizzazione di un'antica razza autoctona in via d'estinzione
Fino agli anni Cinquanta, la razza ovina più diffusa sul Gran Sasso era la Gentile di Puglia, ma d'inverno, sui pascoli ad alta quota, restavano esclusivasmente le "Pagliarole" che non seguivano i pastori transumanti verso la pianura e venivano mantenute nelle stalle nutrite di paglia, garantendo latte, carne e lana alla popolazione stanziale per tutto l'anno: la loro pur modesta produttività era comunque compensata dai bassi costi di allevamento.
La pecora Pagliarola è una pecora molto rustica e frugale, che si accontenta del poco cibo reperibile sui pascoli innevati ma, soprattutto, di paglia; ha una produzione di carne nella media e piuttosto scarsa di latte.
Scopo del progetto, partito a fine 2009, è di preservare la biodiversità zootecnica dell'area protetta dando il via ad un incremento naturale di pecore di razza Pagliarola attraverso il coinvolgimento di allevatori interessati. Nel contempo, si vuole dimostrare la possibilità di ritorni economici anche da razze meno produttive ma storicamente legate al territorio.
I principi di base del progetto, oltre all'aspetto legato alla sopravvivenza della razza e alla difesa della biodiversità, tendono indirettamente a far emergere:
- Il concetto di multifunzionalità del mondo rurale, ossia il suo ruolo polivalente al di là della semplice produzione di derrate, che implica il riconoscimento e l'incentivazione della gamma di prodotti e servizi offerti dagli operatori.
- L'impostazione plurisettoriale e integrata dell'economia rurale al fine di diversificare le attività, creare nuove fonti di reddito e occupazione e proteggere il patrimonio rurale.
- La vivivibilità delle aree rurali a contrasto del preoccupante fenomeno di spopolamento.
Scheda del progetto (PDF - 33Kb)